DIARIO ESCURSIONI 2016

 

10 GENNAIO 2016 -  DA MARINA DI CECINA A MARINA DI BIBBONA (e ritorno)

Questa Domenica di questo Gennaio tristemente primaverile, ci ha riservato un buon inizio, sole pieno, temperatura mite (purtroppo) e consapevolezza che le previsioni meteo ogni tanto sono precise. Siamo in 42 (+ Aras, un labrador), un bel numero e tutti convinti nel dover bruciare calorie e tossine dell'ingrasso natalizio. Dal parcheggio delle Gorette ci dirigiamo verso sud in direzione del ponte sulla Cecina.   A Marina di Cecina approfittiamo per la sosta caffè/cornetto/wc, prima di addentrarci nella grande riserva demaniale biogenetica del Tombolo di Cecina. Questa pineta è magnifica per la sua grandezza e presenta pini a ombrello centenari. L'intera area costituisce un esempio di come debba essere trattato il bosco, pulito, curato, dove i tagli risultano omogenei e razionali e dove la fruizione diventa piacevole e sinergica. L'acqua caduta nella notte, con i raggi di sole, tende a evaporare iniziando un gioco evanescente con le luci che filtrano a fasci tra le chiome dei pini, dando origine a scorci molto belli. Il rumore del mare comincia a interferire con i nostri chiacchericci e ci fa già capire che ci sono delle onde. Infatti Luciano prova a valutare se sia possibile passare lungo l'esigua striscia di sabbia senza essere investiti dalle onde...., anzi, tutto il gruppo segue Luciano richiamati dal mare e purtroppo ci rendiamo conto che occorre quasi volare per non bagnarsi. Decidiamo di percorrere una variante che ci riporta all'interno della pineta, proseguendo verso sud lungo il bellissimo viale maestro. Superiamo alcuni piccoli corsi d'acqua intorbiditi dalla pioggia di questi giorni notando il moto retrogrado delle piccole onde dovute al mare mosso. Raggiungiamo Marina di Bibbona, trovando pochissime persone nonostante la splendida giornata ma del resto è l'ora di pranzo. Per ottemperare a questo rito comune, raggiungiamo il mare trovando un ottimo posto per il pranzo tra le numerose barche poste in secca sulla spiaggia. È piacevole farsi riscaldare dal sole e qualcuno osa di più tentando un pisolino. Ci rimettiamo in piedi prendendo la direzione nord, questa volta passando lungo la battigia. I numerosi tronchi relitti sono stati usati da ignoti per costruire delle rudimentali capanne, alcune veramente carine e solide. Ogni tanto il cammino del gruppo subisce delle sterzate brusche a destra proprio per evitare la lunga lingua delle onde e qualcuno comunque riesce a beccarsi un po' d'acqua di mare negli scarponcelli.
Il cammino sulla battigia è piacevole per il contesto, però ogni tanto, trovando dei banchi di sabbia poco consistenti, si affonda e il procedere, diventa più faticoso. Proprio per questo decidiamo di rientrare sul viale maestro anche perché in fondo alla giornata il percorso in totale supererà i 20 km e “limitarci” in questa prima uscita ci è sembrato saggio e utile. Arriviamo a Marina di Cecina accolti da un fresco vento di mare il che ci fa decidere di rivestirci in tutta fretta. Percorriamo il lungomare, invaso da numerosi passeggiatori domenicali, raggiungendo una spiaggetta dove ci sistemiamo per una foto di gruppo. Ultimo caffè ed ultimo wc e poi via, verso il ponte sulla Cecina. Manca ancora un chilometro e mezzo ma tra due chiacchere e qualche bischerata, raggiungiamo le auto con le prime ombre della sera. (P.M.)

FOTO        percorso (visualizzabile con Google Earth)


24  GENNAIO  2016  -  LE GREPOLE E IL MONTE LEGNAIO (VECCHIANO)

Mattinata bella fredda e brina abbondante..., finalmente la stagione è quella invernale. Molti dei partecipanti decidono di raggiungere Vecchiano direttamente, mentre il grosso del gruppo parte dal luogo di ritrovo abituale, cioè dallo stadio di Pontedera. Al parcheggio del mercato di Vecchiano non c'è più posto anche perché, oltre al nostro gruppo, se ne aggiunto un altro di Pisa. Anche oggi una grande partecipazione con 43 escursionisti. Prendiamo la via del Santuario che, con ripide curve, si eleva guadagnando la bastionata rocciosa sulla quale sorge il Santuario di Santa Maria in Castello. Da qui ottimi scorci sulla piana di Pisa da dove si staglia nella nebbiolina l'elegante profilo dei gioielli di Piazza dei Miracoli. Il Santuario purtroppo è chiuso e noi ne approfittiamo per fare delle foto e un piccolo spuntino. Iniziamo a percorrere in leggera salita il sentiero tracciato sul vasto altopiano carsico delle Grepole, che sbocca ad una foce dove si nota la depressione di una grande dolina. La discesa si svolge su di un sentiero malagevole composto da grandi pietre smosse posto al bordo di un grandioso anfiteatro di cava. Tracce di brina e ghiaccio ci rammentano il clima frizzante del versante in ombra che stiamo attraversando. In leggera salita, entriamo nel valle dei Vernacchi dove decidiamo di tralasciare il sentiero con il segnavia, per seguire le tracce di un altro sentiero che più direttamente punta alla Casa Roncile, posta sul crinale da dove è più facile l'orientamento. Troviamo alcuni tratti ripidi e scivolosi e, a ridosso di Casa Roncile,  incontriamo un “macchione” fitto fitto ed un cancello che ci ostruiscono il passaggio, comunque troviamo un'alternativa più agevole, utilizzando un' altra traccia di sentiero che si rivelerà giusta perché poco dopo approdiamo sullo stradello di crinale. Un breve tratto pianeggiante e panoramico ci porta al bivio da dove inizia l'ultima salita per il Monte Legnaio. La facile salita progressivamente diventa sempre più panoramica fin quando, giunti sulla rotonda ed erbosa vetta del Legnaio, la vista diventa veramente bella. Montagne, mare e pianure  si susseguono  a piena vista e, nonostante una foschia leggera, non ci si stanca nell'osservare da questa grandiosa ribalta. Sotto di noi il lago di Massaciuccoli. Consumiamo il pasto cercando un posto sottovento, dato che da nord est spira un venticello freddino. La discesa dal monte Legnaio viene effettuata attraverso un vecchio tracciato, ora infrascato ma ancora evidente che ci conduce ad un punto chiave, l'orlo della grande cava Ovest. Una ventina di capre ci accolgono nel punto più difficile del percorso. Qui passiamo uno ad uno, attenti a porre il piede nei  piccoli spazi della cengia che precede un tratto più ampio e sicuro. I grandi massi, le cenge, le pareti e l'asprezza del terreno danno l'idea di stare in alta montagna, mentre siamo quotati intorno ai 140/150 metri. Paolo trova una carcassa di capra, ma data la stazza sembra più un caprone del quale si presume la caduta dalla parete rocciosa soprastante. Proseguendo nella discesa non troviamo traccia di un teorico sentierino che ci avrebbe riportato in quota, ma non ci preoccupiamo in quanto siamo sicuri che in fondo alla discesa un piccolo stradello secondario ci avrebbe ricondotto sul tracciato preventivato. Arrivati nel piano, capiamo che siamo sulla base della grande cave e tutto intorno una rete metallica ci preclude l'uscita. Spartaco, trasformato in animale di macchia,  riesce a passare da un pertugio tra canne, reti e ferrivecchi, facendoci poi strada con il fischio, verso un luogo sicuro da dove compiere la nostra evasione. Ripreso il cammino lungo il canale Barretta, ci rilassiamo percorrendo un lungo tratto in piano arrivando fino alla zona umida del Paduletto che precede le prime case di Vecchiano. (P.M.) Percorsi circa 10,5 km.

FOTO      percorso  (visualizzabile con Google Earth)       video di Sergio Colombini: https://www.youtube.com/watch?v=yTeVXPKfOR0


21 FEBBRAIO 2016  -  DA SANTA MARGHERITA LIGURE A ZOAGLI

Dopo un sabato splendido la "nuvola di Fantozzi" ha colpito ancora e sulla Liguria e alta Toscana per tutto il giorno hanno stazionato nuvole basse e grigie. Comunque in 30 ci siamo ritrovati alla Stazione di Zoagli, pronti per il treno delle 10,12 che ci porta a S.Margherita, punto di partenza della nostra escursione. Grande entusiasmo per questo trekking in uno dei luoghi più belli della Liguria (5 Terre a parte...) e, alla fine, anche grande soddisfazione. Iniziamo subito la salita Bianchi che, per una scalinata abbastanza ripida, ci porta a quota 80 metri. A tratti cade una nebbiolina sottile che ci bagna i capelli e ci costringe a mettere le mantelle. Però è molto sporadica e dura poco per cui non ci impedisce di godere del panorama. Purtroppo manca il sole e dobbiamo accontentarci di un paesaggio un po' grigiastro, ma anche questo ha una sua suggestione. Percorrendo le "creuze" (stretti passaggi racchiusi da muri in pietra a secco) ammiriamo questo ambiente agreste, rubato alla natura impervia, ricco di villette, giardini, numerose piante di limone e fiori di vario genere. Scendiamo verso il mare a San Michele di Pagana, con il bel lungomare. Piccola sosta a una "focacceria" e risalita in Via S.Nicola; dopodiché scendiamo in direzione di Rapallo sbucando nei pressi del Ponte di Annibale. Ci attende ora la bella passeggiata a mare che ci gustiamo con calma, ammirando i numerosi gabbiani appollaiati su un pontile e il bel castello cinquecentesco. E' l'ora del pranzo e troviamo rifugio sotto le arcate del Teatro delle Clarisse. Alle 13,30 riprendiamo il cammino e, in leggera salita, giungiamo al Parco Casale, dal quale si gode una bella vista sul golfo di Rapallo. Immancabile foto di gruppo, dopo di che iniziamo a salire verso la Chiesa di S.Ambrogio posta a 195 m. di quota. La salita è abbastanza impegnativa, oltretutto è anche scivolosa per il muschio e l'umidità e occorre fare attenzione. Dalla chiesa si gode un grande panorama sul Golfo del Tigullio, spaziando fino al promontorio di Portofino. Da ora in poi sarà una discesa (quasi) continua verso il paese di Zoagli dove arriviamo verso le 15,30. Dopo una breve sosta con foto nella piazzetta circolare del paese, percorriamo il bel passaggio lungo la scogliera che ci porta infine alla Stazione. Le onde si infrangono tumultuose sugli scogli e il mare d'inverno con il suo colore grigio/verde ha un fascino tutto particolare. Percorso non lunghissimo, circa 10 km, ma estremamente  interessante.

FOTO     percorso (visualizzabile con Google Earth)       video di Sergio: https://www.youtube.com/watch?v=slvf66Co7ow


13  MARZO  2016  -  LE COLLINE LUCCHESI PESCIATINE

Ci ritroviamo in 37 al parcheggio lungo la via pesciatina all'altezza del residence "Pinocchio" a Gragnano. Giornata di sole spendido ma un vento freddo di grecale ci fa penare non poco: si va spediti verso la via di "leccio" dove davanti ad un Bar inizia il nostro percorso ad anello. Saliamo fra vigne e uliveti passando fra casolari  e villette ristrutturate, molti i fiori lungo il percorso fra cui gli anemoni e le giunchiglie.  Salendo ancora incrociamo prima la carrareccia per la fattoria di Fubbiano, che visiteremo al ritorno, poi passando fra uno stradello fra gli ulivi arriviamo alla chiesa di Tofori dove dal piazzale si gode un panorama stupendo sulla piana di Lucca  chiara e nitida,il vento è noioso ma rende limpida la visuale. Discesa per guadare il rio Leccio e poi salita verso  il cimitero la villa Gambaro e alla chiesa di Petrognano dove ci fermiamo per la pausa pranzo al sole e se possibile sottovento. Finita la sosta rapida discesa verso il borgo di S.Gennaro. Arriviamo nella parte alta del paese e lo attraversiamo scendendo fra le ville Bove e Bonvisi e i resti invisibili, purtroppo, di un antico castello. Scendiamo ancora fra stradine strette fra le case fino alla chiesa romanica, purtroppo chiusa, non possiamo vedere l'interno con la statua in terracotta attribuita a Leonardo da Vinci. Ammiriamo l'esterno in pietra grigia molto bella e semplice anche nei fregi scolpiti: Scendiamo fino alla piazza dove troviamo l'unico bar per i caffè e bibite. Riunito il gruppo troviamo il passaggio in galleria fra le case che scende rapido verso il rio Leccio e verso la Fattoria di Fubbiano dove il "vecchio" fattore ci fa visitare le cantine nuove e poi salire  alle stanze dove ci sono le bottiglie da assaggiare e acquistare: fatte tutte e due le cose in maniera abbondante. Discesa rapida per chiudere l'anello ritrovando la via di Leccio e poi la via Pesciatina per recuperare le macchine. Ottima giornata passata con gli amici. Km 11,5 circa (Piero)

FOTO        percorso (visualizzabile con Google Earth)       video di Sergio: https://www.youtube.com/watch?v=QTe8F0D5KZc


20  MARZO  2016  -  ANELLO STORICO DI BARGA

Dopo tre tentativi, siamo finalmente riusciti a mettere nel nostro carniere l'uscita all'anello storico di Barga. Alla spicciolata ci ritroviamo in 21, presso il parcheggio dell'ospedale di Barga, luogo da dove iniziamo la nostra camminata alla scoperta di Barga. La brillante organizzazione della giornata, gestita da Luciano, ha portato un valore aggiunto ad uno scenario già di per se brioso. Appena varcata l' austera Porta Reale, ci fermiamo in una edicola “sui generis”, che per la nostra occorrenza si trasforma in auditorio storico, dove l'edicolante diventa il narratore e noi escursionisti,   curiosi astanti. L'ambiente è quasi surreale, come del resto gli arredi (divani, poltrone, un grande camino, degli strumenti musicali) che tutto indicano, meno che di trovarsi all'interno di una rivendita di giornali e tabacchi. Salutiamo l'esercente, ringraziandolo per la narrazione storica di Barga e iniziamo a percorrere gli eleganti vicoli. Superato il famoso Teatro dei Differenti (purtroppo chiuso), percorriamo stretti vicoli che offrono vari spunti fotografici. Arriviamo all'apice della salita dove, in posizione veramente magnifica, sorge il Duomo di San Cristoforo, grandioso ed elegante. Incontriamo al suo interno Don Serafini che si presta volentieri ad illustrarci gli aspetti ed i simboli salienti del Duomo. Dato l'orario, in breve salutiamo l'occasionale Cicerone e ci dirigiamo verso le ultime case di Barga per arrivare al costone che degrada verso il torrente Corsonna, attraversando le trecentesche arcate dell'acquedotto barghigiano. Siamo adesso su sentiero, vicino alla Corsonna, che scende dalla testata formata dalle Cime di Romecchio/Cima dell'Omo, tra l'altro abbondantemente innevata. La salita, che un po' si fa sentire, si svolge all'interno di una bella castagneta, su acciottolato ben mantenuto. Arriviamo alle prime case di Sommocolonia leggermente sfilacciati, e ci raduniamo sul piccolo sagrato di una chiesina contornata di case antiche, alcune recentemente ristrutturate. Fatta la pausa pranzo, raggiungiamo la stele dei giovani partigiani, qui caduti nel 44, per poi dirigerci nel luogo dove sorgeva l'antico fortilizio del borgo. Qui ci attende un ragazzo, facente parte dell'associazione che cura l'aspetto storico e la memoria di Sommocolonia, dalla fondazione alla guerra 43/45. Sarà una corposa narrazione, arricchita da sopralluoghi a vestigia e manufatti ma l'aspetto saliente sarà rappresentato dalla visita al piccolo, ma fornitissimo museo, del passaggio del fronte del 44. Qui le bombe distrussero quasi completamente il borgo. Tra cimeli, foto e vecchie armi, conosciamo la vita e la morte di alcuni abitanti, dei soldati di colore della Buffalo, dei partigiani, degli occupanti tedeschi. In queste montagne combatterono anche dei reparti brasiliani ed ancora oggi, a distanza di 70 e più anni, brasiliani, americani, tedeschi e naturalmente italiani, si ritrovano insieme in questo luogo per una preghiera ed un momento di riflessione. La discesa verso il piano viene accompagnata da un cielo sempre più nero ed in pochissimo tempo iniziano a cadere dei “goccioloni”. Adesso il gruppo accelera perché tra l'altro ci attende una degustazione di vini, presso una bel caseggiato circondato da prati posto nella piana della Corsonna.  Siamo a “La locanda del vino” dove troviamo una tavola apparecchiata con vari stuzzichini, preparatori a una giusta degustazione dei vini. Tra prosecchi, rossi e passiti diamo prova di ottimi degustatori ed anche di buoni consumatori, dato che acquistiamo varie bottiglie. Ormai mancano poche centinaia di metri alle auto, ….può anche iniziare a piovere. Considerazione che ben presto diventerà realtà (P.M.)  

FOTO     percorso  (con Google Earth)      video di Sergio C. : https://www.youtube.com/watch?v=UZW2G5JSd_M


3  APRILE  2016  -  LE BURRAIE DI S. BRIGIDA

In programma il 28 marzo e non effettuata causa maltempo, è stato possibile recuperare la gita approfittando di una tiepida giornata primaverile. Siamo in 10 e lasciamo le auto ad un parcheggio nel paesello di Santa Brigida. Il percorso inizia subito con salita abbastanza ripida. Ci accorgiamo subito che il sentiero è segnato molto bene, sia con cartelli nuovissimi in legno che con i soliti segni bianco-rossi. A dire il vero ci sembra che sia uno dei percorsi meglio indicati che abbiamo visto nelle nostre numerose escursioni(si potrebbe fare anche a meno della traccia, peraltro utilissima, GPS). Le burraie sono piccole costruzioni in muratura, incassate in parte nel terreno, poste a nord in zona fresca(all'interno vi scorreva l'acqua). Fino agli anni '50 in questa zona vi erano cascine con piccoli allevamenti di vacche da latte che producevano, tra l'altro, il burro. Poiché non esistevano ancora i frigoriferi il burro veniva lavorato e conservato in questi ambienti freschi. Nelle burraie vi erano piani di lavoro in pietra con piccole vaschette scavate e collegate fra loro da canalette dove fluiva l'acqua che manteneva il burro a temperatura costante. Nel nostro percorso incontriamo varie burraie, conservate più o meno bene: la burraia Violana, Pesciulle, Bacìo, Fontassenzio, Fonterinalda, Nannarino. Il sentiero si snoda in larga parte in bosco di castagni, cerro, qualche abete e pini in un ambiente veramente gradevole ed è ben tenuto. La sosta pranzo la facciamo alla Cascina di Monterotondo a quota 767 m. Arriviamo infine al Santuario della Madonna del Sasso dove si narra che nel 1484 la Madonna apparve a delle pastorelle. Percorsi ca. 11 km.

FOTO      percorso


10  APRILE  2016  -  BADIA MOSCHETA / VALLONE DELL'INFERNO / MONTE ACUTO

È stata una bella giornata..., in tutti i sensi. Siamo nell'alta valle del torrente Rovigo/Veccione, tributari del Santerno, nell'oltre Giogana del Mugello, dove la “calata” toscana inizia a cedere qualcosa a quella romagnola. Partiamo in 29 accompagnati da un sole splendido. Superata Scarperia, il cielo si copre e poco prima di raggiungere il Giogo siamo avvolti da un fitto nebbione, ma dura poco..., il versante padano dell'appennino è baciato da un bellissimo sole. La Badia vallombrosana di Moscheta si trova in una vallata molto verde, ricca di acqua ed è un snodo importante di molti sentieri. Il percorso lungo il torrente Veccione si svolge all'interno del Vallone dell'Inferno che, a dispetto del nome, è bellissimo. Stratificazioni  orizzontali di arenaria rendono questo ambiente affascinante, dove dirupi, tecchie e forre ammantate di muschio offrono  splendide storie geologiche. Piccola sosta alla diroccata Casa val d'Inferno, prima dell'inizio della salita. Il sentiero adesso sale abbastanza ripido attraversando alcune castagnete, concedendo con moderazione brevi tratti meno ripidi. Raggiungiamo il piccolo alpeggio di Razzalto, dove ci rinfreschiamo e ci “ricompattiamo”. Un'altro strappo ci porta sulla costa principale da dove iniziamo a goderci il bel panorama sui solitari valloni del Rovigo. Raggiunto il minuscolo borgo di Giogarello, in via di ristrutturazione (fonte e piccola chiesina), decidiamo di arrivare in vetta per il pranzo, nonostante l'invitante luogo. Siamo a 925 metri ed ormai manca poco al Monte Acuto (1054 m.). In vetta consumiamo il pranzo stando comodamente rivolti al sole in una condizione climatica ideale. Iniziamo la discesa percorrendo una larga cresta erbosa che ci offre la possibilità d'intravedere la zona dei Diacci, che conoscemmo tre anni fa, non vedendo però il mulino omonimo, in quanto ubicato in un profondo vallone. Raggiungiamo La Serra, bellissimo rifugio che viene dato in autogestitone dalla comunità montana del Mugello, dove facciamo un ultima piccola sosta per bere e fotografare. Scendiamo adesso in un altro verdissimo vallone, dove troviamo la fonte Dei Fossati e i ruderi del podere Isola e Isolina. Piano piano la pendenza si attenua ed incontriamo i primi “civili”, data la vicinanza con Badia Moscheta. Arrivati alla Badia decidiamo di rifocillarci con torte, crostate e zuppa inglese mentre tutt'intorno è un brulicare di civili, centauri, ragazzine vestite all'ultima moda, ed un cicciuto omaccione che deambula a piedi nudi. Sul prato antistante la Badia un gruppo di persone “spiaggiate” come cetacei, cercano la via per una serena digestione. Questa nota di colore è per noi piacevole e la viviamo comodamente seduti e divertiti  mangiando e bevendo. Come dicevo..., bella giornata, bella la compagnia, bello il percorso. Un grazie a Fabrizio per questa proposta e per l'attenzione che ha dedicato all'escursione. Il percorso è stato di circa 11,5 km. (P.M.)

FOTO     percorso  (visibile con Google Earth)


17  APRILE  2016  -  NEI DINTORNI DI MONTERIGGIONI  /  L'ALTRA FRANCIGENA

Dopo una settimana splendida ecco i soliti nuvoli della domenica che però, a dire il vero, tutto sommato ci hanno fatto comodo proteggendoci da una precoce insolazione per questa primavera un po' anticipata. Siamo in 37 (+ 3 cani...) e ci ritroviamo al parcheggio di Monteriggioni. Giovanni Corrieri oggi ci fa da guida alla scoperta (per noi) di un'altra via Francigena (una delle tante che da nord scendevano verso Roma). Percorriamo un percorso ad anello di circa 15 km. I profumi della fioritura e gli aromi della campagna in questo periodo ci accompagnano. Attraverso un percorso boschivo arriviamo al piccolo borgo di Busona, circondato da vigneti...siamo nella zona del Chianti Classico. Subito dopo troviamo Trasqua con la Villa e la tenuta dove si producono vini Chianti di elevata qualità. Per mezzo di delicati saliscendi collinari giungiamo a Rèncine con la sua bella chiesa un tempo ospitale per i pellegrini. Oggi del castello di Rèncine restano pochi avanzi che non fanno capire l'importanza che questo borgo ha avuto per la Repubblica di Firenze che lo usava come antemurale contro il caposaldo senese di Monteriggioni. La sosta pranzo avviene nel piazzale antistante la vicina fattoria dove il sig. Riccardo ci offre dell'ottimo vino. Scendiamo quindi a valle attraversando lo Staggia a Castellina Scalo per poi risalire all'antico maniero di Castiglion Ghinibaldi. Documentato fin dall’XI secolo come possedimento dei Lambardi di Staggia, il castello passò alla vicina Abbadia Isola in quello successivo. Nel corso del Duecento ne divenne proprietario Ghinibaldo di Saracino, marito di Sapia dei Salvani, mentre nel XVI secolo il castello passò ai Piccolomini. Benché più volte rimaneggiato, il castello denota le sue origini medievali nella massiccia mole stretta attorno ad un cortile, nella muratura e nella foggia di molte aperture. Ad una ristrutturazione cinquecentesca appartengono invece le arcate sovrapposte della corte interna, il portale che ne permette l’accesso e la chiesa in laterizi situata a lato del fortilizio. Qualche goccia di pioggia ci accompagna di tanto in tanto, ma niente di preoccupante. Infine arriviamo a Monteriggioni per l'abbastanza ripida salita dal lato ovest. Un gelato, una bibita, un caffè per finire questa bella giornata sulle meravigliose colline del senese.

FOTO       percorso  (visualizzabile con Google Earth)    video di Sergio C.         https://youtu.be/8jQdzRi9Vew


8  MAGGIO  2016  - RISALITA DEL TORRENTE TROSSA (parte seconda)

Questa uscita, rinviata lo scorso anno per il maltempo, è sempre stata considerata molto avventurosa, a tratti difficoltosa con passaggi “delicati”. La ricognizione dello scorso anno aveva di fatto confermato queste considerazioni. Il cielo nuvoloso e il numero cabalistico dei partecipanti (13) ha creato nell'inconscio dei partecipanti qualche presagio. Superato Libbiano e sistemate le auto presso Aia al Cerro, lo scenario selvaggio e primordiale della Valle della Trossa ha fugato ogni presagio e timore, regalandoci una ricarica d' energia e di entusiasmo. Un contorno di fioriture multicolori ha accompagnato la nostra discesa verso la Trossa, in un ambiente roccioso intervallato da macchia mediterranea. Tocchiamo l'alveo della Trossa nel punto in cui lo avevamo lasciato due anni prima. Qui la bellezza delle pieghe geologiche è unica ed il racconto dell'immane forza della natura è palese. Pozze, salti, rocce e spiagge di ghiaia, abbelliscono il corso del torrente e trovare il passaggio per non bagnarsi diventa un gioco a volte impegnativo, ma divertente. Raggiunta la galleria di captazione delle acque della dismessa miniera del Castagnolo, inizia il tratto più impegnativo e spettacolare, quello della “Grotta Magna”. Qui, avendo pianificato un'alternativa al tratto più difficile, ci siamo divisi in due gruppi, 4 hanno percorso il sentiero sopra ripario che, in un continuo ripidissimo saliscendi, by-passa il tratto impegnativo, ritrovando la Trossa alla confluenza con il torrente Secolo. Gli altri 9 hanno sostenuto il tratto più impegnativo. La cosiddetta Grotta Magna è davvero spettacolare; grandi massi posizionati casualmente dalla Natura, alti anche 5/6 metri hanno costituito un ostacolo davvero impegnativo. La ricerca di un passaggio in mezzo ad essi è stata ardua; chi andava da una parte, chi dall'altra, urlando(per sovrastare il rumore dell'acqua) per indicare agli altri il passaggio migliore. Il tratto dei grandi macigni non è molto lungo. La Trossa ha comunque voluto il suo tributo con qualche scivolata nell'acqua e relativa "inzuppata" e qualche piccola ammaccatura, ma per fortuna niente di serio.  Le radioline, come al solito e qui più che mai, hanno svolto un lavoro importante nel collegamento tra i due gruppi che, puntualmente per l'ora di pranzo, si sono ricongiunti sulla spiaggetta di confluenza dei due torrenti. Scaricata l'adrenalina e a pancia moderatamente piena, ci accorgiamo che il tempo è peggiorato e le prime gocce di pioggia ci fanno rapidamente preparare per il ritorno. Il sentiero è molto bello e immerso in una natura lussureggiante, ma in continuo e ripido saliscendi. Per un tratto costeggiamo il torrente Linari, ricco di pozze e di pesci, dopodiché abbiamo intrapreso la lunga risalita per ritornare sulla cresta collinare Libbiano-Monterufoli. Il saliscendi ci è sembrato non finire mai mentre  la stanchezza ha iniziato a farsi sentire, ma non abbiamo potuto  far altro che procedere sulle tracce del sentiero, tra l'altro segnato abbastanza bene. Alcuni ruderi di servizio alle miniere del Linari, sono le uniche testimonianze dell'uomo in queste vallate e questo, tutto sommato, ci piace perchè ci fa assaporare ancor di più la bellezza della zona. Adesso il sentiero si fa più largo, la pendenza si addolcisce ed anche la fatica sembra calare. Ormai l'Aia al Cerro è vicina e le gocce di pioggia che ci accompagnano non ci preoccupano più di tanto. Bellissima giornata, bella compagnia …. e come sempre, ...splendida Toscana. Percorso non lungo (circa 9,5 km.) ma impegnativo, come del resto avevamo annunciato...

FOTO      percorso     video di Sergio C.:   https://www.youtube.com/watch?v=xWb61PAW-7U


15  MAGGIO  2016  -  LE APUANE, DAL M. FOLGORITO AL M. CARCHIO PER LA CRESTA

Un gradito ritorno sulle nostre vecchie Alpi Apuane, oggetto delle nostre primissime escursioni di 25 anni fa... Siamo solamente in 6; forse il tempo incerto o le eventuali difficoltà legate alla tipologia del percorso hanno fatto desistere molti amici. In effetti il programma originario prevedeva un percorso che, partendo dal Pasquilio, saliva alle cave del Carchio per poi dirigersi verso il Passo della Focoraccia e del Pitone. Ma, visto l'esiguo numero dei partecipanti, avevamo pensato di allungare il percorso partendo dalle pendici del Monte Folgorito, per apprezzare ancor più il sentiero di cresta che collega quest'ultimo al Monte Altissimo. Purtroppo un denso cappello di nuvole con anche un po' di pioggia ci ha fatto desistere dall'intento non  appena giunti al Passo della Cardella. E' stato però emozionante percorrere il sentiero sul crinale che, in alcuni tratti, presenta uno strapiombo verso la valle adiacente (vedi foto).  Grande panorama sulla Versilia. Il Carchio è ormai pressoché distrutto dalle cave di marmo, ormai abbandonate, che offrono uno spettacolo desolante o emozionante secondo il punto di vista. Consumato un veloce pranzo, siamo tornati alle auto e alle 15 si è conclusa l'escursione. Abbiamo pur sempre percorso circa 8 km.  Riproporremo forse in futuro questo emozionante trekking sperando nel bel tempo...

FOTO      percorso


22  MAGGIO  2016  -  ANELLO DI VOLPAIA  (CHIANTI)

La prima vera domenica calda di questa primavera ci ha consentito di godere appieno di questa "full immersion" in uno dei territori più belli del Chianti. Siamo in 26 e ci ritroviamo a Poggibonsi dove ci aspetta Michela. Lasciate le auto al parcheggio del piccolo borgo di Volpaia, e dopo una breve esposizione storica da parte di Michela, scendiamo di quota in direzione ovest verso la valle per poi risalire ed arrivare alla bella Pieve di S.Maria Novella. Anche se non molto conosciuta è da considerarsi uno dei più notevoli esempi di architettura romanica del contado fiorentino; al suo interno un fonte battesimale di scuola Della Robbia e i capitelli, famosi per la loro forma. Sotto un sole abbastanza potente abbiamo proseguito la risalita fino al podere/agriturismo Castelvecchi. Un visita alla interessante cantina (vedi foto) e al piccolo borgo, con tanto di villa e giardino e poi tutti a pranzo all'ombra di cipressi. Il nostro (breve) tour si conclude a Volpaia transitando per un sentiero nel bosco che sbuca ad un altro agriturismo da cui si gode uno stupendo panorama sul borgo. Foto di gruppo e infine un meritato relax con tanto di assaggio di ottimo vino, qualche spuntino, caffè ecc. Un grazie a Michela che ci ha guidato in questo affascinante luogo della nostra bella Toscana.

FOTO    percorso   (visualizzabile con Google Earth)    video di Sergio C. :  https://www.youtube.com/watch?v=xsi3ToPGA0E&feature=youtu.be


11 SETTEMBRE  2016  -  IL MONTE SAGRO

Dopo circa 20 anni torniamo su questa stupenda e panoramica vetta delle nostre Apuane. Siamo in 10 alla partenza (evidentemente queste montagne e le loro rocce fanno calare bruscamente i partecipanti...) più Sergio che arriva a orario diverso. Decidiamo di partire dal parcheggio di Acqua Sparta, nei pressi del Rif. Carrara.
Saliamo leggermente, per sent. 173, sui prati di Campo Cecina e, col monte Borla alla nostra destra, giungiamo a Foce di Pianza. Da qui la salita classica verso la vetta; incrociamo un folto gruppo di escursionisti di Parma giunti con il bus e ci mescoliamo a loro, rallentando purtroppo la nostra salita. Riusciamo a ricongiungerci e alle 13 circa siamo finalmente alla croce posta sulla sommità del Sagro. La giornata è calda, il sudore ci fa appiccicare addosso le magliette; per fortuna il sole è a tratti coperto da nuvole e il caldo si fa meno pressante. La salita ci ricorda che le Apuane sono in effetti piuttosto faticose; forse anni fa ci sembravano più facili anche per motivi anagrafici..... Lo spettacolo che si gode dalla vetta è davvero notevole: dal Pizzo d'Uccello, al Pisanino, al Grondilice, al Cavallo, la Tambura, la Pania d. Croce in lontananza e poi il mare, la Versilia sotto di noi. Lo sguardo spazia fino alla Palmaria e anche oltre se non fosse per un po' di foschia. Insomma varrebbe la pena restare ore ad ammirare il panorama. Ma giunge inevitabile l'ora della discesa. Foto di gruppo (ovviamente) e rientro a Pianza lungo il costone nord-est (con strapiombo sulla valle di Vinca) per poi immettersi sul sentiero 173. E' una discesa piuttosto impegnativa per le numerose rocce irregolari, la pendenza e la mancanza di segni in alcuni punti; ma comunque si può facilmente "navigare a vista". Giunti a Pianza decidiamo di tornare alle auto passando dalla strada. La giornata si conclude con bibite, dolci, vino al punto di ristoro. Percorsi circa 9,7 km. D+ 665 m.  D- 688 m.

FOTO             percorso                              video di Sergio:https://www.youtube.com/watch?v=4zf4L6U4FM0


2  OTTOBRE  2016  -  TREKKING URBANO A BOLOGNA

Per fortuna la pioggia della serata e della nottata precedente ha lasciato lo spazio ad una mattina umida e nebbiosa, ma con qualche squarcio nel cielo. Partiamo in perfetto orario ed il viaggio verso Bologna si svolge regolarmente con una piccola sosta al Cantagallo. Enrico, il nostro abituale autista di pullman, ci accompagna alla Porta San Donato, dove incontriamo dei “nostri” arrivati in auto e Grazia, un’amica di Sergio di San Giovanni in Persiceto, in totale siamo 60 escursionisti. Percorriamo Via Zamboni notando la raffinatezza dei palazzi e dei porticati, superiamo il Teatro Comunale, arrivando all’oratorio di S.Cecilia per una visita agli stupendi affreschi. Nel solito porticato rinascimentale è situato l’accesso alla Basilica di San Giacomo che visitiamo, notando varie e sontuose Cappelle e scovando le numerose conchiglie, varie per dimensione e contesto, che ricordano il simbolo dei viaggiatori di fede. Dopo un breve passaggio nel Ghetto ebraico, siamo arrivati a Porta Ravegnana, proprio sotto le due torri simbolo di Bologna. Più della metà del gruppo ha intrapreso la salita dei 498 gradini per salire sul tetto della città, mentre altri, forse intimoriti dall’angusta entrata o dai 100 metri di dislivello, hanno preferito un caffè  o un aperitivo. Dopo la visita al complesso delle “sette chiese” di Santo Stefano, autentico gioiello nel cuore antico della città, abbiamo fatto la pausa pranzo in formula libera…, chi ha scelto le  polpette chi i tortellini presso locali street food, chi i panini portati da casa. Ritrovo in Piazza Grande e visita al Duomo di San Petronio dove si trova la meridiana più grande del mondo.  Iniziamo poco dopo l’avvicinamento al porticato di San Luca non prima di aver visto il curioso nome posto sul campanello dell’appartamento di Lucio Dalla e la sua silhouette impressa sulla facciata. Un piccolo manipolo intanto approfitta del trenino San Luca Express per raggiungere la Basilica omonima posta ai 290 m. del Colle della Guardia. Superato il Collegio di Spagna, iniziamo a percorrere i portici di Via Saragozza, arrivando in breve alla omonima porta, dalla quale iniziano i 666 archi, per una lunghezza di 3.8 che costituiscono il “porticato di San Luca". Il punto chiave del tracciato è l’Arco del Meloncello che, con un elegante ponte, attraversa Via Porrettana, iniziando la salita. Verso metà salita, primi segni di sfilacciamento del gruppo, quasi una prassi fisiologica dettata anche da un caldo umido e dall’ assenza di qualsiasi refola che ci ricorda che siamo in pianura Padana. Intanto sentiamo distinti i cori dei tifosi dello stadio Dall’Ara posto nelle vicinanze (Bologna-Genoa). Le ultime scale ci portano all’approdo finale della Basilica che nel frattempo è stata letteralmente invasa da centinaia di pellegrini arrivati poco prima di noi. Un attimo di pausa sul prato e le panchine della basilica, un cambio di maglia e un po' d’acqua ha ristabilito il nostro equilibrio. È il momento di cercare Enrico, il nostro autista. Puntualmente ci aspetta nel piccolo parcheggio della basilica. Salutiamo gli equipaggi delle auto che sono tornati verso il centro con il trenino per il recupero delle auto e prendiamo posto sul pullman per tornare in Toscana. Gruppo(ne) tranquillo e discipinato per una Domenica serena e ben trascorsa. (P.M)

FOTO        percorso                             video di Sergio: https://www.youtube.com/watch?v=D8VXLdPnS7Y


16  OTTOBRE  2016  -  DA CASTAGNO A PRACCHIA

Dopo tanta acqua un po' di tregua anche se partiamo da Pontedera avvolti da un fitto nebbione. Siamo in 15 e rapidamente raggiungiamo l’alta valle dell’Ombrone pistoiese riscaldata ed asciugata da un meraviglioso sole. Castagno ha pochissimi parcheggi ma è molto carino, quasi tutto in pietra e costellato di opere d’arte donate da vari artisti e collocate nei luoghi più stravaganti del borgo.
Inizia subito la salita con il sent. 212, non è mai ripidissima ma è costituita
  da terreno smosso e con molti massetti erratici che disturbano la nostra progressione. La raccolta di alcune castagne e qualche fungo rendono questo tratto più piacevole. In breve tempo arriviamo al Passo della Collina avendo superato quasi senza accorgerci dei +500 metri di dislivello che abbiamo assorbito dalla partenza.
Al passo pensavamo di trovare l’unico bar aperto ma purtroppo era chiuso per ferie… Procediamo adesso su uno stradello asfaltato che in breve si trasforma in sentiero (0-0) attraversando una zona molto dolce con pendenze delicate, con prati e macchie colorate di alberi che hanno assunto i colori “caldi” dell’autunno. Il clima è molto piacevole. Scorgiamo verso il piano delle nuvole basse che non sono altro che la nebbia che, nonostante l’ora di pranzo, grava ancora sulle pianure. Dopo aver intersecato il “sentiero Matterhorn”, ripido toboga per biker, arriviamo al Passo della Piastreta, unica e vera propria isola di rocce in un mare di verde, tra l’altro le rocce piatte formano una serie di onde sulla quale cresta troviamo posto per sederci. Qui avevamo programmato la sosta pranzo che regolarmente facciamo. Valicato il passo, scendiamo sul versante adriatico percorrendo la bellissima faggeta che ci introduce alla Valle del Reno. Lungo la piacevole discesa troviamo altri funghi (cimballi e imbutini) ma di porcini…, nisba, ...anzi no, per la verità uno viene trovato da Filippo. Superata lo sfiatatoio n°3 della galleria ferroviaria porrettana, procediamo in discesa verso Pracchia, superando una grande frana con passaggi “addomesticati” su alcune roccette. Arriviamo a Pracchia in corrispondenza dello stabilimento dell’acqua Silva della quale conosciamo il buon sapore tramite un fontanello posto davanti all’azienda. Troviamo un circolino dove prendiamo caffe e gelato e raggiungiamo la stazione F.S., molto sovradimensionata rispetto all’attuale utilizzo. Qui viene ingaggiata una lotta vera e propria con la macchinetta che fornisce i biglietti per il treno. Dopo aver vinto la lotta, obliteriamo e prendiamo il treno che, con una precisione svizzera, giunge al primo binario. Il treno, modello “Jazz” è per tutti noi una piacevole sorpresa per la bellezza e la modernità degli arredi, la cura nei dettagli e i display che informano su tutto. Dopo la fermata di Sammommè, arriviamo alla minuscola stazione rosa di Castagno da dove percorriamo un viale alberato che ci riporta nel centro del borgo ed alle auto. Bella e serena escursione in un clima perfetto. Percorsi circa 11 km, D+ 588m
  D- 412m (P.M.)

FOTO     percorso  (visualizzabile con Google Earth)


30 OTTOBRE 2016  -  I "POZZI GIURASSICI" DELL'EGOLA

Magnifica giornata dove tutte le variabili si sono allineate in maniera virtuosa accogliendoci nell’alta Valdegola con sole pieno, temperatura perfetta e un numero di partecipanti ideale per questo tipo di uscita. Purtroppo arrivano anche le notizie  di Norcia evacuata, di Castelluccio distrutto e della sofferenza della gente. La gioia di aver conosciuto queste zone e questi paesi da escursionisti, da fotografi e da semplici turisti si trasforma in dolore e ammanta di pece questa nostra bella giornata. A San Vivaldo siamo in diciotto e parcheggiate le auto ci incamminiamo verso il convento da dove inizia il sent. 3 del comune di Montaione. Dopo aver superato il piccolo cimitero di San Vivaldo, iniziamo la discesa verso l’Egola (o Evola come dicono i locali) che raggiungiamo in corrispondenza di un facile guado. Arriviamo, con una breve deviazione, nel luogo dove l’Egola riceve l’affluente Egoletta, formando una grande marmitta chiamata Pozzo Latino. L’ambiente intorno è molto bello con piccole marmitte, liscioni e con la particolare struttura dell’alveo dei due torrenti, costituito esclusivamente da rocce lisce e levigate. Ripreso il sentiero ripario dell’Egola, superiamo la strada per Montaione, iniziando la discesa verso la zona delle rocce ofiolitiche. Superati alcuni guadi, raggiungiamo la zona dei grandi pozzi, nei quali vediamo il fantastico lavoro fatto dalle acque in migliaia di anni. Marmitte, solchi, ghiotte e liscioni si susseguono armonicamente rendendo veramente bello il luogo. Un ripido sentiero, fatto di scaloni e corrimano ci permette di giungere al Pozzo di Diago, che in quell’ora riceve un fascio di luce che esalta la composizine cromatica, rendendo il luogo ancor più bello e ricco di fascino. Dopo un tratto  in salita, nel quale facciamo “manbassa” di chiodini, famigliole, cimballi e lardaioli, nuova calata verso un altro pozzo con “briglia”. Ora il percorso si svolge quasi dentro il torrente, dove la via per non bagnarsi diventa scelta personale. Ci aiutano radici di pioppi ripari, rocce affioranti e tronchi. Finalmente arriviamo al grande Pozzo sfondato, enorme scarpata solcata dall’Egola, in un ambiente fatto di ripide rocce. Un piccolo ponticello in pietra (nel passato raggiungeva un grande mulino, adesso diruto) ci ha permesso di attraversare facilmente il fiume, facendoci accomodare al solicchio per la pausa pranzo. Ripartiti, abbiamo nuovamente guadato l’Egola e, dopo un breve saliscendi, un ponte a raso ci ha permesso l’ultimo attraversamento del fiume. Da qui siamo risaliti verso il grande cascinale di Bosco Gucci (oggi abbandonato), raggiungendo la strada Tonda-S.Vivaldo. Fatto poche centinaia di metri ci siamo divisi in 2 gruppi: uno è tornato direttamente alle auto sulla strada asfaltata, l’altro è sceso nel vallone del torrente Carfalo raggiungendo la sorgente, posta in un lago nascosto in mezzo alla vegetazione.  Una vegetazione rigogliosa, umida e grandi quantità di rovi hanno costretto a passaggi ardui ma alla fine la strada del ritorno è stata raggiunta.  Una nota di merito va al comune di Montaione per l’ottima segnalazione dei sentieri. Percorsi circa 10km con dislivello di circa 400 metri (P.M.) 

FOTO      percorso                        video di Sergio:  https://www.youtube.com/watch?v=libBOzpI-T0


13 NOVEMBRE 2016  -  CASTELNUOVO DI GARFAGNANA E IL SENTIERO DELL'ARIOSTO

Il freddo intenso e una leggera foschia ci accoglie alla partenza dalla stazione di Castelnuovo- Siamo in 22 e ci incamminiamo verso il centro di Castelnuovo passando per il Rione di S.  Lucia, ponte sul Serchio, poi attraversiamo il centro passando dal Duomo, la Rocca Ariosta, la "barchetta" e attraverso il ponte sulla Turrite secca ci dirigiamo verso il sentiero dell'Ariosto raggiungendo il paese di Torrite. L'attraversiamo e passiamo di nuovo il torrente sul ponte antico: il paese è piccolo ma intatto nel suo aspetto di borgo rurale. Visita alla chiesina e poi si sale verso le case di Pasquillora; il sentiero prima attraversa un vigneto, poi entra nel bosco. La salita è ripida ma salendo alle ns spalle il panorama si apre sul gruppo delle Panie,  sempre stupendo. Si arriva alla Fortezza di Monte Alfonso dalla porta sud  e giriamo intorno alle mura e bastioni per entrare dalla porta nord. L'interno è grandioso e restaurato di recente: visita al complesso e foto di gruppo, nonché raccolta di pere selvatiche cadute da un alberello. Ora il ns cammino lascia il sentiero  dell'Ariosto  per il paese di Antisciana: a parte un poco di fango e un piccolo guado facile da attraversare arriviamo al borgo e ci fermiamo presso il circolo ricreativo per la sosta pranzo. I gestori del locale, molto gentili, ci danno la piena disponibilità e ci accomodiamo per il frugale pasto. Dopo il caffè  ci incamminiamo verso Gragnanella, sempre su vecchia carrareccia: il paese è molto vicino e lo attraversiamo passando sotto una volta che ci porta, prima al campanile, poi all'interno del paese, piazzetta e chiesa. Il borgo è piccolo ma intatto nel suo stile rustico. Discesa ripida fra poderi e prati fino ad incrociare la SR e di lì al lago di Pontecosi. Il lago è basso di livello, c'è poca acqua, ma camminare lungo le sue rive è sempre bello. Ci dirigiamo verso il vecchio ponte e la chiesina proseguendo su sentiero verso Pontardeto dove si incrocia la variante che, attraverso la zona industriale di Castelnuovo, ci riporta alla stazione per chiudere l'anello. Intanto nel pomeriggio un pallido sole  ha portato via il freddo e un po' di foschia, potendo così  vedere anche la Pania di Corfino e le vette dell'Appennino. Abbiamo chiuso tranquilli una bella passeggiata nei borghi e luoghi  dimenticati della bassa Garfagnana. Percorsi KM. 15,500  D+ 455m. D-445m.(Piero)

FOTO       percorso (visualizzabile con Google Earth)    video di Sergio:   https://www.youtube.com/watch?v=uowSRZhveqk


27 NOVEMBRE 2016 -  DA CASTIGLIONCELLO AL MONTE PELATO (fuori programma)

Viste le ottime previsioni meteo, abbiamo pensato di riempire questa domenica con un trekking marittimo. Siamo in 24 e ci ritroviamo a Cenaia. Una fitta nebbia ci penetra attraverso i vestiti ma, giunti a Rosignano M.mo ci appare uno spettacolo meraviglioso: un cielo terso e un sole quasi primaverile che contrasta con il nebbione che ricopre tutta la piana retrostante. Parcheggiamo le auto nei pressi del Castello Pasquini e, dopo aver attraversato un po' di centro abitato, iniziamo la leggera salita che ci porterà fino alle pendici del Poggio Pelato, incontrando anche un folto gruppo di ciclisti.  Qui una battuta al cinghiale ci fa temere di essere costretti a rinunciare alla cima ma, fortunatamente, la caccia termina in tempo e possiamo così conquistare questa piccola ma molto panoramica "vetta". Facciamo anche conoscenza col Dr. Pescia, apicoltore, che ci fa visitare un piccolo apiario e ci spiega che produce soprattutto il miele della macchia mediterranea, prodotto dalle fioriture di erica, corbezzolo e altre piante tipiche del luogo. Mentre saliamo sul poggio ammiriamo lo stupendo panorama della pianura coperta ancora dalla nebbia. Rosignano M.mo, Santa Luce ecc. sbucano dalla coltre bianca regalandoci una visione veramente idilliaca. Il mare è liscio come l'olio e le isole  dell'arcipelago sono ben visibili: la Gorgona, la Capraia, l'Elba e pure la Corsica. Consumiamo il pranzo sulle pietre del poggio Pelato e quindi torniamo a Castiglioncello per la stessa strada. Il mirto  ha le bacche ben mature e alcuni di noi fanno incetta delle medesime al fine di preparare un liquore che speriamo ci facciano poi assaggiare(...)J La giornata si conclude con una breve passeggiata sulla spiaggetta di Castiglioncello dove abbiamo incontrato persone con la giacca a vento e altre in costume...(vedasi foto). Infine un bel gelato. Percorsi circa 14 km. D+501m D-516m.

FOTO    percorso


11 DICEMBRE 2016  -  TREKKING NATALIZIO A PERUGIA

Dopo un sabato di bel tempo e un lunedì altrettanto bello, una domenica grigia ha purtroppo fatto da cornice a questo nostro ultimo trekking in programma nel 2016. Per fortuna almeno non è piovuto... Partiamo in bus in orario e parcheggiamo a Pian di Massiano, dove prendiamo il "Minimetrò", un moderno sistema di trasporto automatico su rotaia con trazione a fune che ci porta fin nel centro storico di Perugia con circa 4 km di tragitto. E' stata per (quasi) tutti noi una esperienza davvero nuova  e curiosa. Dalla stazione di arrivo (Pincetto) partiamo dunque per il nostro trekking urbano. Ingresso nella parte storica da Porta Marzia e seguendo un percorso sotterraneo contornato da una miriade di piccoli negozi e bancarelle natalizie e non, giungiamo velocemente nel Corso Vannucci, via principale di Perugia. Alle 11 ci attendono le guide alla Cattedrale di San Lorenzo per la interessante visita ai sotterranei della medesima. Il percorso archeologico testimonia come l'insieme degli edifici attuali si sovrappone alla città etrusca e romana e alla cittadella medievale. Successivamente giungiamo, attraverso la Via dell'Acquedotto, alla Porta S.Angelo con attiguo Tempio di San Michele Arcangelo, ottimamente conservato. Consumiamo il pranzo nel prato antistante; alcuni si "imboscano" nel vicino Winebar "Il Tempio", altri in un ristorante. Ci ritroviamo comunque tutti nei pressi dell'Arco Etrusco, una porta monumentale delle poderose mura etrusche, realizzata nel III sec. a.C. Saliamo gli scaloni (270) antichi di Porta Sole e facciamo una breve sosta alla Cappella di S.Severo, dove all'interno vediamo l'affresco "La Trinità" di Raffaello. Ciliegina finale una visita allo spettacolare Pozzo Etrusco (III sec. a.C.) che è all'interno di un palazzo. Siamo scesi tramite una scala in mattoni fino a una certa profondità. Il pozzo era una grande riserva d'acqua, ha una profondità di circa 35 m. e largo 5,60 m. nella parte iniziale per poi restringersi a 3 m. di diametro. Sono quasi le 16, il tempo di rientrare a casa si avvicina e, dopo esserci concessi una mezzora di "libera uscita" per i caffè, le cioccolate, e eventuali acquisti natalizi, ripercorriamo il Corso Vannucci fino al Belvedere e successivo ritorno al Pincetto e al Minimetrò. Non prima , però, di aver fatto un breve salto in Via del Forno, uno storico vicolo dove, sul retro di Palazzo Capocci, vi è una splendida scala (vedere le foto).  Nel complesso abbiamo fatto un (purtroppo) veloce assaggio di Perugia, una città forse non molto frequentata ma densa di storicità, tradizioni e tanto altro e che merita senz'altro una visita più approfondita.

FOTO     percorso            video di Sergio: https://www.youtube.com/watch?v=05BgZ_6xI_s


26 DICEMBRE 2016 -  ANELLO DI TOIANO e COLLELUNGO (fuori programma)

Giusto per smaltire il pranzo natalizio abbiamo pensato di effettuare un "tranquillo" percorso sulle nostre colline. In 18 hanno risposto all'appello (per così dire...), nonostante una fitta e non prevista nebbia che ci ha accompagnato fin dopo il pranzo. Lasciamo le auto nei pressi del bivio per Toiano (sulla strada Montefoscoli-Palaia); dopo poco viriamo a destra scendendo nella vallata, attraversiamo un piccolo rio e risaliamo verso il paese abbandonato di Toiano. Fa sempre un certo effetto arrivare in questo antico borgo, ormai pressoché disabitato, con le sue case cadenti. Anche quest'anno diverse persone hanno portato piccoli oggetti che simboleggiano il Natale, forse per dare l'impressione che Toiano sia ancora vivo. Consumiamo un veloce pasto in un'area pic-nic posta poco dopo l'uscita del paese. Quindi visitiamo Toiano Vecchia, poi una veloce incursione nella proprietà della Villa Lena, e successiva "puntatina" al borgo di Collelungo. Nel tragitto ci soffermiamo anche al cippo che ricorda l'omicidio di Elvira Orlandini, la "bella Elvira", avvenuto nel 1947 e il cui colpevole non è mai stato trovato. Ritorno al punto di partenza per strada asfaltata. Percorsi circa 13,5 km.

FOTO      percorso       video di Sergio:  https://www.youtube.com/watch?v=G0419ZSdeuw