DIARIO ESCURSIONI 2024
14 GENNAIO 2024 -
ANELLO DI BIBBONA
La giornata non parte proprio bene in
quanto la notte ha portato una copertura di nuvole e qualche goccia di pioggia.
Durante il viaggio verso Bibbona addirittura piove con una certa intermittenza
ma verso sud vediamo che ci sono degli squarci di cielo azzurro e questo ci
rincuora.
Ci ritroviamo tutti al parcheggio nei pressi del campo sportivo di Bibbona e
nonostante il brutto tempo siamo un bel numero, infatti siamo in 40 con 4 amici
pelosi di varia taglia. Partiamo subito dirigendoci verso la collina del
Palazzino iniziando ad vere bellissimi scenari sulla campagna bibbonese.
Arrivati nei pressi del Podere Novo si scorge in tutto il suo arroccato ordine,
il borgo di Casale Marittimo e soprattutto il “Cardellino”, l’antico molino a
vento.
Scesa una stradella arriviamo alla base del molino che raggiungiamo attraverso
un sentiero di ghiaino bianco. È un luogo iconico dove si condensano molte cose
e dove si avverte la certezza che viviamo in un territorio unico e importante
come la nostra regione. Il molino è completamente ristrutturato e presenta dei
tavolini dove è possibile fermarsi per la contemplazione della natura
circostante. Ripartiamo dirigendoci verso il piccolo altipiano dove campeggia il
lussuoso Relais Sant’Elena. Iniziamo il tratto all’interno della Macchia della
Magona incrociando numerosi biker ed un cavaliere. Saliamo adesso in modo più
deciso verso la Fonte del Rame e la Casermetta Forestale. Questa casermetta o
casa forestale risulta chiusa e sembra che lo sia da tempo, mentre la Fonte del
Rame eroga ancora
un rivolo d’acqua raccolto da una coppetta piena
fino all’orlo. Procediamo in direzione di Campo di Sasso, percorrendo un
bellissimo stradello forestale corredato da cipressi che ci porta ad un punto
panoramico dove troviamo alcune panche e delle installazioni artistiche.
Nonostante le nuvole vediamo il mare, le nostre isole con la Corsica sullo
sfondo. Arrivati alla Casetta di Campo di Sasso decidiamo prima della sosta di
visitare il Vecchio Molino o Molinaccio. Scendiamo di una cinquantina di metri
arrivando al Botro di Campo di Sasso dove sorgono le vestigia del molino alle
quali vi si accede tramite una ripida scala di legno. Una piccola cascata scende
dalle rocce riolitiche
sovrastanti formando delle pozze in coincidenza
dell’antica condotta del molino. Dentro a questa è presente un cuscino chiaro di
depositi calcarei. Torniamo su alla Casetta di Campo di Sasso occupando i
numerosi tavoli a disposizione consumando il pasto. Non fa molto caldo quindi
appena fatto il pieno di calorie decidiamo di riprendere il cammino. Percorriamo
un elegante stradello corredato da cupressacee scendendo verso il fosso delle
Fonti Intarlate, godendo di panorami veramente d’autore. Superiamo il cancello
che porta al Podere Cornetto…, “che lusso”, ed arriviamo nei pressi del Relais
Sant’Elena, riprendendo lo stradello fatto in mattinata per dirigerci verso
Bibbona. Superiamo il Cardellino ed arriviamo tra piccoli saliscendi a ridosso
del borgo antico di Bibbona. Entriamo nel borgo e ci gustiamo la visita delle
stradine, degli archi, dei portoni di un luogo ben tenuto e pulito. Arriviamo al
sommo del borgo dove si apre una terrazza panoramica e dove, nel vicino bar, ci
concediamo caffè e calici di vino.
Abbiamo finito…, è stata una bella giornata con un bellissimo gruppo, abbiamo
attraversato territorio d’autore e non abbiamo preso una goccia di pioggia….!!(P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-di-bibbona-156875375
4 FEBBRAIO 2024 - I SASSI BIANCHI DI
CASTELLINA MARITTIMA
Una stupenda settimana ha preceduto questa domenica che si è presentata
grigiognola, nelle migliori ipotesi opaca, certamente non come speravamo. Oggi
andavamo a caccia di panorami, di sensazioni visive e di contorni, non è andata
così ma ci siamo presi la rivincita su tutto il resto. Puntualissimi ci siamo
diretti verso Castellina Marittima per ritrovarsi anche con chi aveva deciso di
venire direttamente nel luogo di inizio percorso. Anche oggi siamo in tanti,
infatti siamo in 41 con tre amici pelosi di comprovata buona compagnia. Partiamo
subito per un “anda e rianda” prima di iniziare l’anello dei Sassi Bianchi con
l’obiettivo di raggiungere il Sasso di Silvia dal quale si ha una panoramica sui
tetti del borgo e verso il mare. Salita molto ripida, quella che ti fa rompere e
rottamare il fiato. Lungo la salita vediamo alcuni fontanelli che captano le
numerose sorgive d’acqua. Giunti sulle rocce del Sasso purtroppo non vediamo
niente perché sembra di essere sulle montagne del Ruanda, data la nebbia, il
nuvolo basso e l’umidità. Tra l’altro chi era questa Silvia? Abbiamo chiesto
anche in paese ma non c’è stata risposta. Ripreso il tracciato dell’anello
camminiamo su di un sentiero molto più docile; le salite sono democratiche, in
più riusciamo a vedere anche il mare e la costa. Raggiungiamo il Sasso basaltico
di Pietragosta, dove incontriamo un gruppo di escursionisti livornesi che ci
concedono il cambio perché lo spazio sul Sasso non è molto. Questa volta il
panorama offre qualcosina di più, vediamo il borgo di Castellina, la zona del
Pelato la costa di Rosignano con le spiagge bianche, però sopra di noi nessuno
squarcio alla bruma di nuvole. Saliamo verso la zona di larga cresta chiamata La
Madia dove troviamo una radura e qui decidiamo di consumare il pranzo.
Nonostante le proteine, i dolci, il vino e il caffè caldo, la brezza marina che
ci accarezza ci infreddolisce quanto basta quindi decidiamo di ripartire decisi
alla volta del Poggio Pianacce. Intanto il nuvolo adesso è veramente scuro ma
restiamo fiduciosi…! Raggiungiamo i 661 metri del Platone, sommità del Poggio,
dal quale si ha almeno la vista della linea di costa che arriva a Baratti
investita da un bellissimo sole, il Lago di Santa Luce, il Gabbro e le colline
do Orciano. In condizioni di buona visibilità questo è un luogo veramente
importante perché la vista va dalle Apuane alla Corsica alle isole toscane fin
verso l’Amata. Scendiamo adesso i pratoni di costa che offrono rilassanti viste.
Siamo adesso ai Sassi Bianchi e il sentiero si snoda tra grandi monoliti
fratturati non proprio bianchi, ma molto belli dal punto di vista morfologico.
Giungiamo al punto panoramico dei Sassi Bianchi (tavoli con seggiolini al
coperto) dove facciamo una piccola sosta e dove ci godiamo il panorama qui ancor
più generoso. Proseguiamo in discesa alla volta della Cava di Piero, vecchia
cava dismessa disposta ad anfiteatro che viene utilizzata per incontri e, vista
la griglia, anche per appuntamenti gastronomici. Scendiamo ancora raggiungendo
le prime case di Castellina ed alla spicciolata diamo la libera uscita. Piccoli
gruppi di persone raggiungono le auto, altri visitano il piccolo borgo, altri
ancora fanno una bevuta al circolino dell’Arci. È stata una bella giornata, con
un bellissimo gruppo e…. ci è mancato soltanto lo squarcio di sole ma noi siamo
ugualmente contenti…, alla prossima. (P.M.) Perorsi ca. 11 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/sassi-bianchi-di-castellina-marittima-1-159159247
18 FEBBRAIO 2024 -
DA PIEVESCOLA ALL'EREMO DI MOTRANO
Un’altra
bella giornata in questo Febbraio dal sapore primaverile, bella nel clima e
bella nella sostanza. Ci ritroviamo nel piccolo parcheggio di Pievescola
letteralmente invaso da escursionisti, infatti oltre al nostro gruppo composto
da 35 persone, troviamo un gruppo di escursionisti del CAI e per qualche minuto
facciamo un “mescolone” che crea problemi identitari. Dopo una breve visita alla
bellissima Pieve di San Giovanni Battista, iniziamo il percorso, prima con un
breve tratto stradale, per poi prendere il sentiero Cai 111 inoltrandoci nella
valle del Borro di Mezzo. Siamo nel bosco della Montagnola senese, quello solito
che da secoli ricopre la geologia variegata di questa affascinante ed eremitica
collina. Il sentiero sale deciso e raggiunge il borgo di Gallena, abbandonato ma
dal fascino unico. Un cavallo bianco sembra essere l’unico abitante, ci guarda
tranquillo e sembra anche lieto di vedere qualcuno. Un cartello fa capire che le
strutture non sono sicure. Entriamo nel borgo in due per cercare di contattare
le uniche due persone che vi abitano (abbiamo trovato questa notizia nel web) ma
di loro non vi è traccia. Entriamo tutti, il posto è magnifico con la storia
scritta sulle pietre e sui vari stemmi. La piccola chiesa, la casa padronale, la
torre principale, che in realtà era il mulino, le case in pietra ed un verde
prato come selciato, regalano una grande serenità unita ad un velo di malinconia
per il progressivo degrado di questo borgo che sorge sulla cima della collina.
Ripartiamo, superiamo il piccolo cimitero del borgo e prendiamo, prima il nostro
sentiero 111, poi un sentiero più piccolo che in discesa ci porta nella valle
delle Cave di marmo rosso. Usciti dal sentiero prendiamo una stradella ben
battuta che in salita porta al borgo di Radi di Montagna, cosiddetto per
distinguerlo da Radi vicino Siena. Qui vi è un castello che osserva tutta l’alta
Valdelsa, la Chiesa di Santa Maria a Radi ed alcune case in pietra. Vediamo il
bellissimo borgo di sfuggita in quanto la sorveglianza del luogo ci invita a non
entrare in quanto ci sono degli ospiti, ma per quello che abbiamo visto di
sfuggita il luogo è notevole per bellezza e fascino. Ripreso il sentiero
raggiungiamo i 530 metri di un quadrivio di sentieri dove decidiamo di pranzare.
Dopo la pausa il percorso si svolge in discesa all’interno di un grande
castagneto fino a raggiungere il pianoro dove sorge Simignano, bella chiesetta
contornata da poche case e da un grande piano dove trotterellano cinte di tutte
le taglie e colori. Scendiamo verso il Podere Motrano con l’asfalto e non con il
sentiero previsto in quanto siamo un pochino in ritardo. Raggiunto il podere,
superiamo un prato per andare a prendere il sentiero 109 per l’Eremo di Motrano.
Scendiamo nel fitto bosco per una trentina di metri arrivando ad un tratto di
ripide roccette dove, superato un ponticello di legno tra l’altro in salita,
arriviamo all’Eremo. Il luogo è angusto ma suggestivo; tutti scattano foto ma
essendo in 35 perdiamo un pò di quella solennità e mistero che il sito
offrirebbe in altre condizioni. Poco dopo torniamo verso il Podere Motrano,
superando il ponticello in discesa con alcune tribolazioni. Optiamo un’altra
volta per la strada in quanto avremmo dovuto percorrere un sentiero in discesa
ripida e con roccette affioranti; tra l’altro una ragazza del gruppo ha avuto il
distacco di una suola della scarpa, che è stata riparata con delle “reggette”,
quindi una ragione in più per tale opzione.
Terminiamo l’escursione soddisfatti per i luoghi visitati, per la compagnia
veramente di qualità e volgendo sempre un plauso alla nostra splendida regione.
(P.M.) Percorsi circa 14,5 km.
FOTO percorso: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/da-pievescola-alleremo-di-motrano-119268102
14 APRILE 2024 -
TREKKING URBANO A ORVIETO
Una
bellissima mattinata ci ha preannunciato una bellissima giornata. Si, è andato
tutto bene, bel percorso, bella compagnia, nessuna fila in autostrada e rientro
con un leggero anticipo il che non guasta mai.
Il nostro autista Bruno ha guidato con il tocco del Pinturicchio, tanto leggero
quanto fermo e sicuro.
Arriviamo a Orvieto Scalo in perfetto orario e, sistemato il pullman nel
parcheggio preposto, andiamo nel sottopasso della ferrovia sbucando in piazza
della funicolare. Fatti i biglietti per i 52 del gruppo prendiamo posto nel
grande vagone iniziando la ripida salita che si conclude all’interno della rupe
nella stazione di arrivo. Fatti i biglietti per il Pozzo di San Patrizio, vi
accediamo tutti insieme gustandoci la singolare architettura e la bellezza del
contesto. Riemersi, piccola pausa per una bevuta e via verso Albornoz. La grande
fortezza oggi accoglie un grande prato ed alcuni alberi secolari ed è un grande
punto d’osservazione sulla valle del Paglia e sulle colline umbre. Scendiamo
verso Porta Soliana andando ad intercettare il sentiero dell’Anello della Rupe.
Un bel sentiero percorre la base della rupe verticale dove sorge Orvieto, tra
l’altro il verde che lo contorna è stato di recente potato ed il risultato è
ottimo. Arriviamo alla chiesetta del Crocifisso del tufo, scavata nella roccia,
come il suo crocifisso che riusciamo a fotografare da una finestrella dato che
il portone è chiuso. Rientriamo in Orvieto da Porta Maggiore, salendo verso il
Belvedere di San Giovenale dove sorge la chiesa omonima, la più vecchia di
Orvieto, austera ma ricca di affreschi (che andrebbero recuperati). Arriviamo in
Piazza della Repubblica, cuore del borgo dove sorge il palazzo comunale e la
chiesa di Sant’Andrea dal curioso campanile dodecagonale. Passiamo poi per il
Palazzo del Capitano del popolo, il Palazzo dei 7, arrivando a piazza del Duomo.
È l’ora di pranzo e facciamo la pausa nei vicini giardini adibiti ad area di
sosta temporanea. Dopo il caffè, gelato, wc ed altro facciamo i biglietti per la
visita del Duomo e per i musei attigui. La basilica cattedrale dedicata a Santa
Maria Assunta è una delle chiese più belle al mondo, contiene opere di artisti
fulcro del rinascimento ed il rigore geometrico ed il mix architettonico la
rende veramente unica. Usciti dal Duomo ci siamo diretti verso i musei che
visitiamo in successione da quello dell’opera del Duomo, i sotterranei e poi il
museo Emilio Greco. È quasi l’ora di scendere dalla rupe e percorrendo i
giardini comunali di Orvieto, andando giù in una sorta di Pozzo di San Patrizio
moderno, verso il sentiero della rupe. Ripresa la nostra traccia camminiamo
sotto le rocce esposte al sole e qui il calore si sente. Siamo nuovamente a
Porta Soliana, dove chiudiamo l’anello. Piccola pausa e poi discesa sulla costa
delle Piagge su un selciato lastricato fino a ritrovare le case di Orvieto
Scalo.
Prima di salire sul pullman sbucano da uno zaino 3 o 4 bottiglie di bollicine e
bicchieri per tutti per un brindisi di compleanno…, nuovamente auguri Michela da
tutti noi. (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/trekking-urbano-orvieto-1-164994018
5 MAGGIO 2024 - DA GALLICANO ALL'EREMO DI
CALOMINI
Un’altra
splendida giornata in una Garfagnana verde come non mai, ricca d’acqua e di
spiritualità.
Al parcheggio prefissato a Gallicano, ci ritroviamo in 20, un numero giusto e
facilmente gestibile in qualsiasi imprevisto. Scendiamo subito verso le Turrite,
percorrendo uno stradello ombroso che affianca le alte sponde rocciose del
torrente. Superiamo una chiesetta, solitamente chiusa, ma che troviamo aperta.
All’interno una curiosa abside corredata da mattoni colorati, racchiude un
semplice altare. Entriamo nel borgo antico di Gallicano percorrendo in salita le
strette viuzze che ci portano verso la chiesa di San Jacopo, dal cui piazzale si
ha una bella veduta sulla costa appenninica Rondinaio – Cima dell’Omo. Seguendo
un suggerimento di un signore saliamo verso la rocca posta sopra la chiesa ed
anche se non sia possibile visitarla, dato che è privata, il luogo è piacevole
ed ha un bel panorama soprattutto verso la Pania Secca. Scendiamo adesso verso
le Turrite attraversando la piccola valle del Rio Usceto in una campagna
ordinata e punteggiata da belle fioriture.
Intanto la valle si restringe e il bosco che attraversiamo piano piano lascia
spazio alle rocce verticali che si gettano nel torrente. Alcuni passaggi sono
addirittura scavati nella roccia mentre il torrente offre pozze e cascatelle e
qui l’ambiente è veramente bello. Alcuni facili guadi precedono una grande
risorgiva carsica che forma un laghetto ingrottato nella parete verticale. Poi
le pareti si addolciscono e la valle si allarga, ed usciamo dal sentiero in
corrispondenza del ponte di Trassilico.
Breve tratto di strada e bivio per la stradina che sale verso l’Eremo di
Calomini. Lungo il percorso tantissimi ruscelletti e strepitose fioriture di
margherite e acacie. Arriviamo sotto la Tecchia della Penna, dove è incastonato
l’eremo, verso l’ora di pranzo, ed entriamo nel piazzale dell’Eremo proprio
quando finiva la funziona religiosa. Conosciamo Padre Benedetto, l’eremita che
vive da solo qui nell’Eremo e che gestisce l’intera struttura. Padre Benedetto
tra l’altro è nativo di Pontedera e alcuni di noi lo conoscono e per qualche
attimo c’è un simpatico “amarcord”. Ci fa da cicerone per un po' di tempo
lasciando poi che ci guidi, nella parte più nascosta dell’Eremo, un
collaboratore laico. Visitiamo la zona delle celle e le zone di ritiro
spirituale, alcuni locali adibiti a convivio e la grande terrazza. Una cascata,
illuminata dai raggi del sole, cade dalla parete regalando giochi di luci
veramente curiosi. Finita la visita ci sistemiamo sotto i grandi platani
antistanti la struttura religiosa e consumiamo il nostro pranzo. Sono state due
ore di serenità vera, di tranquillità e di pace. Prima di ripartire riempiamo
bottiglie e borracce alla fonte dell’eremo e riprendiamo il percorso. Passiamo
dall’agriturismo Antica trattoria dell’Eremo per un caffè e un gelato,
proseguendo il sentiero in ripida discesa verso la stradina fatta in salita. Ad
un tornante seguiamo una evidente traccia di sentiero che in breve scende nel
bosco verso il Canale del Folle. Superata una casetta giungiamo alla strada
provinciale che porta a Gallicano, la percorriamo per circa un chilometro fino a
svoltare su di una stradina che attraversa le Turrite. Imbocchiamo un sentiero
che ad un certo punto presenta un tratto franato sul sottostante torrente. Con
attenzione superiamo questo tratto delicato arrivando verso una zona a ridosso
di Gallicano dove esistono alcune strutture di archeologia industriale, tutte
poste lungo le Turrite. Passiamo sotto gli archi dell’acquedotto Nottolini
rientrando a Gallicano ed alle auto. Un plauso alla comitiva, disciplinatissima
e serena. (P.M.). Percorsi circa 11,5 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/gallicano-eremo-di-calomini-1-156707741
Video di Sergio: https://youtu.be/6LMnHmar7Gs
19 MAGGIO 2024
- GAMBASSI E I BOLLORI DI LUIANO
Lo
sbandierato maltempo che ci ha tenuti sulle spine fino all’ultimo, ha lasciato
il passo ad una giornata di sole un po' velato ed una foschia che ha attenuato i
colori e i profili delle colline.
Ci ritroviamo alla Pieve di Santa Maria a Chianni e constatiamo che siamo un
gruppo nutrito infatti siamo in 37. Saliamo per asfalto verso il vicino Gambassi
entrando nel cuore del borgo vecchio da Piazza Castello, per poi percorrere le
vecchie rughe, superare Piazza della Cisterna e raggiungere il parco comunale e
le Terme. Ancora un po' di asfalto in salita fino ad arrivare al Porcello, da
dove inizia la stradina bianca che scende verso il Rio Casciani. Il verde della
vallata è costellato da macchie di ginestre di un giallo intenso e numerose
altre fioriture. Superiamo un maneggio arrivando al bivio da dove inizia il
tratto di sentiero verso la Grotta di Maurizio. Tutt’intorno una natura
selvaggia con tante fioriture e nonostante il cielo opaco, essere qui è molto
bello.
Inizia la forra del Rio delle Cave e il sentiero diventa stretto e ripido con
rocce affioranti ed una corda continua, fissata a frequenti pioli di ferro,
rende l’incedere più sicuro. Arriviamo nei pressi di una cascatella che precede
il guado che tra rocce e muschi, accede alla grotta. È un luogo bizzarro dove le
rocce scolpite dall’eremita contornano il piccolo anfratto dove ha vissuto ai
primi del 1900. Simboli sacri si mescolano a facce apotropaiche dove la
vegetazione e il tempo cercano di cancellarle, ma è suggestivo sostare qui
domandandosi come facesse a viverci. Torniamo indietro e qui le corde sono molto
utili, soprattutto nel primo salto nei pressi del guado.
Tornati al bivio ci consultiamo per capire la giusta direzione dato che i
segnali a terra, ma soprattutto quelli nei cartelli, ci lasciano un po'
interdetti. Seguiamo comunque la nostra traccia ed arriviamo al primo guado dove
incontriamo altri escursionisti. Oltre il guado ci accomodiamo all’ombra fitta
degli alberi, per la pausa pranzo. Ripartiamo affrontando il secondo guado ed
una salitella che ci porta ad un bivio di sentieri, scendiamo poi verso la zona
dei Bollori che si annunciano con tracce olfattive al sentore di zolfo. Altro
piccolo bivio e poi sentiero verso la zona dei Bollori. Il piccolo geyser si
vede da lontano, spruzza in modo continuo acqua ipotermale ed è un fenomeno
veramente curioso, raro nelle nostre aree termali. Invece il vicino torrente
Casciani ribolle di tantissime bolle di gas e qui lo zolfo è dominante.
Riprendiamo il sentiero affrontando una serie di 4 guadi, tutti facilini e
risalendo verso l’oasi Mariana di Casanuova dove prendiamo un tratto della Via
Francigena.
Questo tratto in salita ci fa sudare, il sole non ancora coperto da minacciosi
cumuli, picchia assai.
Arriviamo infine alla Pieve di Chianni dove riprendiamo le auto per il rientro.
Un plauso particolare a tutto il gruppo che come sempre, ma oggi ancor di più,
ha collaborato in ogni momento rendendo questa giornata veramente bella. (P.M.)
Percorsi circa 12 km
FOTO percorso: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/i-bollori-di-luiano-156524680
video di Sergio (a breve): https://youtu.be/6dSgzyWywi0
9 GIUGNO 024 - MONTECATINI VAL DI
CECINA E LA MINIERA
L’inizio
della giornata non è dei più sereni in quanto il cielo color piombo, lo scirocco
montante ed il meteo con una prospettiva poco clemente non ci esaltavano per
niente. Nonostante questi presagi ci ritroviamo al parcheggio di Montecatini
Valdicecina in un bel numero, infatti siamo in 38.
Contattiamo subito gli uffici della miniera di Camporciano, in quanto il giorno
prima avevamo prenotato la visita della stessa indicativamente per 20/25
escursionisti, aggiornando l’incremento numerico che viene accettato dopo un
breve “tira e molla”.
Parcheggiate le auto nei pressi del paese ci incamminiamo verso il borgo antico
osservando il bel profilo delle colline metallifere che, anche se con toni cupi,
disegnano profili sempre interessanti. Il borgo è molto bello, conserva la sua
storia fatta di architetture sobrie ed eleganti che convergono verso la Torre
dei Belforti, autentica roccaforte ed oggi elegante residenza storica.
Dalla torre prendiamo un sentierino immerso nel verde che tra giardini
contornati da vecchie mura e selciati di pietra grigia, ci conduce verso il
“vecchio cimitero”, punto panoramico di bell’ordine verso la Valdicecina e
Volterra, anche se la foschia penalizza il contesto.
Usciti dal borgo iniziamo la Salita verso i 590 m del Poggio La Croce e,
lasciate le ultime case, lo stradello sale dolcemente tra il giallo delle
ginestre ed il panorama che si apre. Si aprono belle prospettive sul borgo per
cui scattiamo molte foto, saltando il bivio per il Poggio. Si..., ce ne rendiamo
poco oltre quando in leggera discesa avvistiamo il bell’agriturismo di Casa
Caracciolo. Torniamo indietro per qualche centinaio di metri e prendiamo il
ripido sentiero che qui è poco più di una traccia. Il tracciato sale in un bel
bosco misto e man mano si allarga e stempera la china.
Si apre un bel panorama a sud con il Monte Aneo e il Poggio al Pruno in
evidenza. Sentiamo un tuono e il cielo si fa scuro, comincia a piovere. Ci
organizziamo con mantelle, kway e ombrelli e facciamo lo strappo finale verso la
croce sotto la pioggia. Tuona anche forte e subito ci allontaniamo dalla grande
croce pensando che possa fare da parafulmine. Scendiamo rapidamente verso il
pianoro sottostante e la pioggia fortunatamente cala.
Arriviamo presso il Lago del Margone ma decidiamo di raggiungere
direttamente la zona della miniera di Camporciano dove troviamo un bel riparo e
comodamente seduti pranziamo.
Salutiamo Stella la referente per la visita alla miniera, prendendo accordi in
merito sull’orario di visita. Aspettando l’orario della visita, proseguiamo il
percorso salendo per sentiero sotto nuovi scrosci di pioggia, verso la la Diga
del Muraglione, elegante manufatto ottocentesco. La diga avrebbe dovuto
contenere l’acqua di un torrentello e quella meteorica, per l’utilizzo nella
miniera sottostante, ma la diga avendo un sottosuolo estremamente permeabile,
non fece mai la funzione richiesta e venne abbandonata. Oggi è fruibile e
percorribile dopo l’intervento dell’amministrazione comunale di Montecatini.
Torniamo verso la miniera sotto raggi di sole e le ultime gocce di pioggia.
Entriamo in miniera con una guida veramente brava, Andrea Trafeli che,
nonostante la giovane età, è una sorta di memoria storica della Valdicecina.
Visitiamo gli esterni e alcuni tratti interni delle gallerie del complesso di
Camporciano ma evitiamo la “Discenderia”, claustrofobica scalinata di 300
gradini verso gli inferi, bella e maledetta…., siamo in troppi e poi occorreva
tanto tempo in più. “Alcuni” di noi entrarono nella discenderia nel 1988, in
condizioni veramente estreme, ma all’epoca gli “alcuni” erano giovani e senza
paura, ma fu comunque un’avventura.
Usciti dalla miniera, troviamo nell’area antistante la miniera tanta gente
perché, con il sole, aveva preso il via la festa dei Ramai con tante iniziative
a ricordo di quel che fu la vita in miniera, con giochi, rievocazioni,
ribollita, pappa al pomodoro, vino e birra. Bel contesto, ottimo ed organizzato
polo museale, per noi un’altra bellissima giornata con un gruppo di persone che
non delude mai. (P.M.)
FOTO Video di Sergio:
https://youtu.be/3D91_NOpjvE
13 OTTOBRE 2024 - DA VIGOLENO A
CASTELL'ARQUATO
Puntualissimi e tantissimi, siamo infatti 55 e riempiamo il pullman tra l’altro
molto confortevole e ben condotto da Bruno, l’autista che ci assiste per la
terza volta.
Gli ultimi 4 km per Vigoleno li percorriamo su di una stretta strada dove Bruno
sfoggia sicurezza e tranquillità, noi invece un discreto tasso di adrenalina.
Vigoleno si presenta subito in tutta la sua bellezza interamente accerchiato
dalle sue alte mura con un acciottolato di pietre di fiume che ricopre tutte le
stradine e le viuzze del borgo; al centro la piazza con la fontana, la Chiesa,
il Mastio ed il castello. In una stradina laterale sorge la bellissima pieve
romanica di San Giacomo del 1100. Avendo prenotato la visita del lato militare
del castello e dell’area nobile ed essendo in tanti, la guida ci ha diviso in
due gruppi. Visita molto interessante in un ambiente veramente di valore (vedi
foto).
Usciti dal borgo iniziamo il percorso verso Castell’Arquato in leggera salita su
strada asfaltata fino a Costa, piccolo nucleo di case, poi entriamo in una
castagneta con il sentiero 931. Dopo un falsopiano il sentiero scende verso le
case Bandera dove, vista l’ora, ci fermiamo per il pranzo. Ancora un tratto di
scesa fino al ponte sul torrente Ongina. Si procede adesso su di una stradina in
salita che con tre ripidi tornanti ci porta alla cresta delle Crete Piacenzane.
Il sentiero qui è molto panoramico e percorre la cresta erbosa con precipiti
calanchi a sinistra e ripidi prati a destra. Decidiamo di fare un “taglione” di
sentiero, evitando una modesta salita e sfruttando una ripida costa erbosa che
porta ad una stradina convergente verso il nostro tracciato. Riguadagnato il
fondovalle dove scorre l’Arda siamo ormai quasi alla meta…, ma non è così in
quanto la passerella di legno che supera l’Arda per entrare nel borgo è chiusa
per manutenzione (verniciata di fresco). Siamo costretti ad un altro chilometro
non preventivato, per superare il
torrente ed entrare a Castell’Arquato da Porta Monteguzzo. Borgo veramente ben
tenuto che integra perfettamente stili e motivazioni architettoniche, dove le
torri si alternano in un elegante saliscendi. Il Torrione Farnese, il Palazzo
del Duca, del Podestà, la Rocca Viscontea e la piazza dove sorge la Collegiata
di Santa Maria Assunta rendono la visita veramente notevole e nonostante un po'
di stanchezza siamo veramente contenti per aver goduto di queste due bellezze. È
l’ora di rientrare, puntuali saliamo sul pullman dove troviamo Bruno tranquillo
e riposato. Un grazie a tutto il gruppo per la bella giornata. (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/vigoleno-castellarquato-173229848
video:
https://www.youtube.com/watch?v=mwZUGMOvKK4
1 NOVEMBRE 2024 - CASTELLO DI NIPOZZANO
Un primo
novembre da antipodi stagionali ci regala una mattinata splendida, ideale per
stare all’aria aperta in una campagna fresca e serena.
Ci ritroviamo tutti poco sopra a Pontassieve a Le Palaie, piccolo agglomerato di
case cresciute lungo la strada per la Consuma. Il parcheggio è quello del
piccolo cimitero di Le Palaie, abbastanza grande e comodo perché da lì inizia il
sentiero per il nostro percorso. Siamo in tanti, infatti siamo in 37 con alcuni
graditi “rientri”. Saliamo tra oliveti e poi bosco misto superando una zona di
cava di arenaria per sbucare su di una piccola strada. Qui si apre un bellissimo
panorama sul colle dove sorge Nipozzano con il borgo, la cantina ed il castello,
mentre tutto intorno vigneti e grandi casolari. Attraversato il Borro del Rippio
iniziamo la salita verso Nipozzano, superando il bel casolare di Villa di Sotto,
continuando poi per ordinati muretti a secco.
Intanto nella valle spiccano filari color ruggine ed altri color vermiglio ed il
contesto offre una sensazione di pace assoluta. Dopo il podere Colombaia, una
piccola doppia fila di cipressi ci introduce al belvedere costituito dal
piazzale dove sorge la cantina-villa-fattoria
Frescobaldi, qui sostiamo qualche minuto per goderci il panorama. Altro
breve tratto con muretti a secco ed eccoci arrivare al piccolo borgo di Fibbiano,
preceduto dalla chiesetta di San Niccolò.
Dopo una breve visita ci dirigiamo nel punto più alto del borgo dove sorge il
castello. Saliamo su di una scala di granito che ci porta sullo spalto del
castello da dove godiamo di piacevole panorama.
Una ragazza francese che troviamo sullo spalto viene gentilmente ingaggiata come
fotografa per immortalarci in un’istantanea. Si prosegue in leggera salita tra i
filari verso il “belvedere delle vigne” dove si prevede la sosta pranzo. Il
luogo è bello, il clima è fantastico e ripartiamo quasi controvoglia alla volta
dell’isolata chiesa di San Martino a Bibbiano. Il tragitto ondulato fatto di
vigne, radure e tratti boscati ci accompagna fino alla chiesa preceduta da un
sagrato di erba, mentre verso l’abside sorge un’antica fonte. Torniamo verso il
belvedere delle vigne dove iniziamo la discesa verso Le Palaie. Superata la
strada delle vigne, scendiamo ancora verso il Mulino del Poggiolino ed il borgo
abbandonato di Monsecco che però aggiriamo andando a prendere un esile sentiero
in forte discesa, abbreviando il percorso che ci eravamo prefissi di fare.
Raggiungiamo il sentiero fatto la mattina chiudendo così l’anello. Siamo ormai
nei pressi del piccolo cimitero dove abbiamo posteggiato le auto ed una volta
arrivati, ci concediamo qualche minuto per sistemarci e commentare questa bella
uscita (P.M.) Km. 11,3 circa
FOTO
percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/castello-di-nipozzano-158818983
16 NOVEMBRE 2024 - LE
CRETE SENESI E MONTERONI D'ARBIA
Abbiamo
cambiato il giorno dedicato alle nostre uscite, scegliendo di andare il sabato
soprattutto in virtù delle non buone previsioni meteo per la domenica. Il senno
di poi aiuta perché stamani Domenica 17/11, mentre scrivo queste righe, piove!
Al parcheggio di Monteroni ci ritroviamo in 21 escursionisti, con nuovi “arrivi”
e graditi ritorni.
Partiamo seguendo la gora medioevale proveniente da uno sbarramento sull’Arbia,
qualche chilometro più a monte, che serviva a creare l’energia idraulica per il
Mulino di Monteroni costruito nei primi del 1300. La bella struttura in
laterizio rosso, ottimamente conservata, è posta al centro del piccolo paese e
funge quasi da “piazzetta” per il ritrovo delle persone.
Dal Mulino percorriamo un breve tratto di strada arrivando ad un cancello chiuso
ma che ha il passo pedonale al suo lato. Questo introduce ad un viale alberato
che supera l’Arbia portandoci dritti al Castello di San Fabiano, oggi tranquillo
resort con piscina. Superiamo il Podere di Sant’Antonio godendo della vista
delle bellissime colline delle Crete. Saliamo un ripido stradello che in breve
ci eleva fino a raggiungere il borgo fantasma di Ponzano, costituito da due
grossi casolari, dei rimessaggi e dalla piccola chiesa di Sant’Angelo in
Ponzano. Il panorama da qui è bellissimo e la giornata splendente ci regalano lo
“stato di grazia”. Dalla vicina Siena alle Cornate, dall’Amiata al Chianti e al
Pratomagno, l’unico piacevole senso che la Toscana è tutta intorno a noi.
Crinali d’erba e rari cipressi confinari ci portano verso il grande e restaurato
Podere di Casilea. Ancora panorami, suoni lontani e qualche tintinnio di
campanaccio. Ci fermiamo per la pausa pranzo nei pressi del Podere San Gerolamo
e mentre mangiamo notiamo che in lontananza, verso il Chianti, si vede a occhio
nudo il possente Castello di Brolio. Ripreso lo stradello e superato il Torrente
Biena, saliamo alla volta della Pieve di San Martino in Grania. Arrivati al
sommo della salita ci dirigiamo verso l’area dove sorge la Pieve o meglio, dove
sorgono i resti molto suggestivi di questa antica Pieve plebana.
Scendiamo adesso su quello che è segnato sulle carte come sentiero bianco/rosso
numero 522 e che si addentra nella Val di Lama. Quasi giunti alla fine della
piccola valle, incontriamo un grosso gregge di pecore e tre grossi cani da
pastore. L’abbaiare dei sorveglianti disuniscono un po' il gruppo che si defila
al margine di un argine ma che consente di superare l’ostacolo senza problemi.
Sullo sterrato dopo il Podere San Gerolamo sentiamo dei piccoli suoni che in
realtà diventano belati. Un piccolo agnello, con ancora il cordone ombelicale
attaccato, bela e piange in quanto rimasto solo al margine di un prato. Fa
impressione, sembra il pianto di un bimbo. Ma l’ostinazione di Maria Grazia fa
sì che riesca a fermare una occasionale auto che va ad avvertire il pastore
affinché venga a riprendersi il nascituro per riportalo nel gregge. Dieci minuti
dopo arriva il pastore che riprende l’agnellino e tutto finisce bene, anche
perché il freddo della notte avrebbe fatto assiderare il piccolo.
Siamo quasi alle auto e parliamo di questo lieto fine che ha incorniciato una
bellissima escursione nella nostra magnifica Toscana. (P.M.) kM. 13,7
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/monteroni-d-arbia-16-11-24-192101414
30 NOVEMBRE 2024 - CAMMINO TRA IL SACRO E IL
PROFANO A 800 ANNI DALLE STIMMATE DI S.FRANCESCO * SAN MINIATO
Con la preziosa guida di Giovanni, in questa bella e
fredda giornata autunnale, abbiamo progettato questo piccolo cammino intorno a
san Miniato in ricordo di quando San Francesco ricevette le stimmate, 800 anni
fa, settembre 1224. Siamo in 25 e ci ritroviamo all’uscita S.G.C. di s. Miniato.
Il nostro itinerario inizia dai ruderi della villa di Castellonchio, risalente
al 1560, costruita dai Salviati. Poco dopo passiamo vicino alla Cappella
Rodocanacchi, famiglia fuggita al genocidio del 1822 sull’isola greca di Chios.
Siamo quindi saliti a Castelvecchio, sito di antico castello, trasformata in
villa nella metà del ‘500 e appartenuta infine ai Sonnino; viene chiamata
infatti Villa Sonnino, oggi sede di cerimonie e resort di lusso. Abbiamo
proseguito per leggera salita fino a Cigoli, parlando di Ludovico Cardi detto
“il Cigoli”, pittore del ‘600.
Siamo
poi saliti al Santuario della Madonna dei Bimbi, dove abbiamo incontrato il
parroco don Francesco che ci ha raccontato la storia del santuario.
Infine siamo giunti al punto centrale del nostro
cammino, la chiesetta di S. Jacopo in Sant’Albino, posta in mezzo a oliveta, al
cui interno è raffigurato, in un affresco del tardo Cinquecento, San Francesco
che riceve le Stimmate.
L’ora del pranzo si avvicinava e abbiamo sostato
presso l’agriturismo Pellicciano dove i proprietari, in accordo con Giovanni, ci
avevano preparato alcuni tavoli, sedie e bottiglie di buon vino. Percorsi circa
13,5 km. Il meteo ci ha assistito regalandoci un bel sole.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/s-miniato-stimmate-s-francesco-30-11-24-193454698
15 DICEMBRE 2024 - LE PIETRE SCOLPITE DI
MONTEMAGNO
Mattina
nebbiosa, fredda e chiaramente umida. Ci ritroviamo tutti nel luogo prefissato a
Caprona e dopo aver parcheggiate le auto iniziamo il percorso lungo la ciclabile
per Uliveto. Siamo in 27 con alcuni nuovi arrivi e per fortuna sono presenti
anche Michela e Tania che avevano già visitato questo luogo enigmatico, nascosto
e non facile da individuare, dove l’artista Settimo Andreoni negli anni 50
esternò il proprio talento.
Usciamo
dalla ciclabile andando verso le case della Sant’Annunziata da dove, nascosto
tra le piante inizia il sentiero di bordo cava che in salita raggiunge il
belvedere sulla cava dismessa di Caprona e sulla torre Upezzinghi. In
lontananza nebbie e strati narcotizzano i profili delle colline mentre il sole
finalmente scalda.
Il sentiero
prosegue sul bordo di cava raggiungendo un’oliveta ed una vecchia colonica
corredata di cisternone per la raccolta delle acque meteoriche. Un piccolo
strappo ci porta alla torre dalla quale scattiamo alcune foto e da dove
scendiamo con circospezione dato il terreno scivoloso. Scendiamo ora verso la
villa di Crespignano dove incontriamo i proprietari che avevamo contattato per
avere il nulla osta al transito nella loro proprietà. I proprietari, molto
gentili, ci hanno fatto entrare nella cantina dove vendono i loro prodotti (olio
e vino) e dove esiste un piccolo teatro d’epoca preceduto da un piccolo atelier
con numerosi quadri. Un bel sentiero nel verde contornato da muretti a secco ci
accompagna verso il Convento di Nicosia che troviamo chiuso in quanto è prevista
l’apertura pomeridiana per la visita al presepe. Scesi verso la Certosa ci
fermiamo poco prima perché troviamo una piccola piazzetta con alcune panchine ed
un pieno e ristoratore sole e qui decidiamo di pranzare.
Ripartiti e
superato il lato sud della Certosa risaliamo tutta la costa degli Omberardi fino
ad una bella struttura in pietra con piccolo ponte a schiena d’asino sul
torrente delle Felci. Ancora qualche bivio e poi Michela e Tania riconoscono il
sentiero giusto. Superato un guado sul torrente delle Felci vediamo le prime
teste, prima 2, poi 3..4..5, tutte disposte verso una piccola pozza d’acqua…,
sono “le villeggianti”.
Adesso
ripida salita su terreno mosso. Troviamo un’altra scultura su di un monolite e
poi, vicino a delle enormi agavi, troviamo numerose opere, comprese “le teste
gialle” , “il ramarro”, “il tempietto” ed altre meno identificabili. Poco più in
alto troviamo forse l’opera più rappresentativa “la guardiana” che con la luce
radente del sole ed un panorama unico, rende il luogo veramente bello. Siamo
andati un po' lunghi e velocemente percorriamo un bel sentiero che ci introduce
alle prime case di Montemagno. Al parcheggio del paese sono collocate alcune
opere dell’Andreoni al quale andrebbe dato più lustro con un recupero delle
tante opere sparse poco sopra il paese. Il rientro è veloce perchè quasi tutto
in piano e percorrendo l’argine lungo lo Zambra, arriviamo alle prime case di
Caprona e di lì a breve alle auto.
Gran bella
uscita, bella giornata di sole, bel gruppo ed un grazie nuovamente a Michela e
Tania. (P.M.)
Percorsi circa 12 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/montemagno-e-pietre-scolpite-15-12-24-195000205